I LUOGHI DELLO STUDIO FIRMANO

Lo Studio Firmano è stato fondato nel 1955 come ideale continuazione dell’antica università cittadina che, nel XVII secolo, conosce un periodo particolarmente fecondo per gli studi di medicina e filosofia, divenendo uno Studio di rilievo tra quelli attivi nel territorio dello Stato Pontificio. Fu papa Bonifacio IX ad istituire con una bolla nel 1398 l’Università fermana, ma già in città esistevano gruppi di studi e scuole fin dall’825 d.C: quando Lorario I fondò la Schola. L’università fermana venne chiusa nel 1826 per ragioni economiche.

Fermo è una città ricca di storia, tradizione, colonia romana fondata nel 264 a.C. sul colle Sabulo, tra il Mar Adriatico e i Monti Sibillini. La storia dello Studio Firmano, dal 1955 ad oggi, si richiama a diversi luoghi, palazzi e monumenti del centro storico cittadino.

Sulla rinascimentale Piazza del Popolo, il cuore della città, si affacciano due dei palazzi più importanti non solo per la cittadinanza, ma anche per la storia dello Studio Firmano: Palazzo dei Priori e il Palazzo degli Studi, antica sede dell’università cittadina ed attuale sede della biblioteca civica. I due edifici, architettonicamente molto diversi, sono collegati da una “loggetta” pensile. Il Palazzo dei Priori dalla facciata rinascimentale con una doppia scalinata di accesso al piano nobile, presenta sul fronte la statua bronzea di Papa Sisto V realizzata dal Sansovino. Il palazzo dei Priori, fin dall’epoca medievale, era la sede della vita politica della città. Oggi ospita la Pinacoteca Civica, la Sala del Mappamondo ossia la prima sala della Pubblica Libreria fermana, il museo archeologico preromano ed al piano nobile, le sale di rappresentanza tra cui la Sala del Consiglio Comunale. La Sala del Mappamondo è la prima storica sala con cui nasce la biblioteca civica nel 1688; la sala è così denominata per la presenza al suo interno del Mappamondo realizzato nel 1712 dal fabrianese Moroncelli.  All’interno della Sala del Mappamondo attualmente si conserva il calco del volto del Medico fermano Augusto Murri, il celebre clinico cui è intitolato l’ospedale civile di Fermo. E’ visibile all’interno della Sala del Mappamondo anche Il modellino in miniatura del monumento a Emanuele Filiberto di Savoia del Marocchetti, destinato alla biblioteca da Valeria Gigliucci, zia di Nerina, Bona e Donatello Gigliucci, gli ultimi eredi della famiglia che donarono allo Studio Firmano diversi beni librari, archivistici e storico-artistici di famiglia.

A sinistra Palazzo degli Studi, antica sede dell’Università di Fermo, oggi sede della Biblioteca civica “R. Spezioli”di Fermo.
A destra Palazzo dei Priori sede della Pinacoteca comunale e Sala del Mappamondo. I due palazzi sono collegati da loggetta pensile rinascimentale.

Il palazzo degli Studi è riconoscibile per il suo colore ocra e per la statua dell’Assunta del XVI secolo posta sopra alla balconata centrale. Il palazzo ospita la biblioteca civica di Fermo dedicata a Romolo Spezioli, medico della Regina Cristina di Svezia che donò, come altri personaggi illustri fermani, tra il 175 ed il 1723 il proprio fondo librario alla pubblica libreria fermana ad uso dei giovani studenti di medicina dell’ università fermana. La biblioteca conserva un ingente patrimonio bibliografico antico in cui si conservano incunaboli, codici, manoscritti, cinquecentine, secentine, stampe e disegni di pregio.

La storia sia del Palazzo degli Studi sia del Palazzo dei Priori si lega alla nascita dello Studio Firmano; Mario Santoro inaugurò il 26 e 27 marzo 1955 presso il Palazzo dei Priori la prima biennale degli studi storico-medici della Marca, mentre in nome della sua autorevolezza scientifica ricoprì oltre al ruolo di Reggente dello Studio Firmano anche quello di Direttore della biblioteca civica fermana dal 1960 al 1993. Sede delle Tornate organizzate fin dal 1955 era la Sala del Consiglio sita in Palazzo dei Priori.

Mario Santoro (Catignano,1905 – Fermo, 1998), sullo sfondo Palazzo dei Priori sede del primo convegno dello Studio Firmano nel 1955.

Veduta del palazzo sede della Facoltà di Ingegneria Gestionale e della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche in via Brunforte, antica sede del Brefotrofio.

Un altro luogo della città che riconduce alla storia dello Studio Firmano è il palazzo ove sorgeva l’antico Brefotrofio fermano e che attualmente ospita i corsi di laurea triennale e magistrale della Facoltà di Ingegneria Gestionale e il corso di laurea di primo livello triennale in Infermieristica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche.
Mario Santoro arrivò da Catignano (PE) a Fermo nel 1939 proprio per ricoprire il ruolo di direttore sanitario del locale Brefotrofio, incarico che mantenne fino al 1958; scopo dell’istituto era allevare gratuitamente figli illegittimi. Santoro attivò presso il Brefotrofio fermano uno dei primi Istituti Nipiogenici d’Italia con annessa scuola di formazione per assistenti nipiologiche, anche questa all’avanguardia e tra le prime della penisola.

A fianco al portale d’ingresso del Palazzo, sito in via Monteverde, è ancora visibile la targa del Brefotrofio.

 

(Foto  a sinistra)
Portale d’ingresso del Brefotrofio sita in via Monteverde.

Particolare della targa presente accanto al portale d’ingresso del Brefotrofio

Attualmente lo Studio Firmano si trova a Palazzo Paccarone, lungo Corso Cavour di fronte alla chiesa di S. Filippo Neri. Palazzo Paccarone è uno degli edifici architettonicamente più prestigiosi della città e testimonia tutt’oggi l’antica ricchezza della nobile famiglia Paccarone. Il palazzo ha subito diversi restauri e la facciata lungo il corso si distingue per le sue rifiniture e per la partitura centrale in bugnato di travertino che incornicia il maestoso ingresso.

Oltre allo Studio Firmano oggi il palazzo ospita diverse attività e associazioni tra cui i Musei Scientifici che precedentemente al terremoto del 2016 erano visitabili presso Villa Vitali. Due sono i musei scientifici ospitati presso Palazzo Paccarone: il Museo Polare “ Silvio Zavatti” raccoglie le testimonianze delle cinque esplorazioni polari di Silvio Zavatti e di ambienti, popoli e ricerche dell’ambiente polare: il Museo di Scienze Naturali “Tommaso Salvadori” comprende esemplari dell’avifauna marchigiana ed italiana, tra cui specie rarissime come il Falco pescatore, l’Avvoltoio monaco, il Gipeto e il Gufo reale.

 

Targa della sede dello Studio Firmano appesa all’ingresso dell’Istituto, angolo Palazzo Paccarone, via Migliorati

 

Facciata principale Palazzo Paccaroni lungo Corso Cavour

Particolare  delle mura  con targa dedicatoria, Piazzale Mario Santoro 

Due sono i luoghi della città dedicati a Mario Santoro
Il primo è poco lontano da palazzo Paccarone: Salendo a piedi per vicolo Migliorati, di fianco al Palazzo, si arriva al piazzale dedicato a Mario Santoro (foto a sx). Passando per via Ognissanti è possibile raggiungere il piazzale in auto, dato che viene utilizzato come parcheggio. Il piazzale gode di una posizione suggestiva nel cuore del centro storico, ai piedi del parco della Rimembranza e sotto al Piazzale Girfalco. Il piazzale mostra testimonianze architettoniche di diversa costruzione e periodo, partendo da angoli medievali fino ad arrivare ad interventi di edilizia moderna e contemporanea.

Il secondo luogo dedicato a Mario Santoro è l’asilo nido d’infanzia S.Andrea (foto a dx), sito nel quartiere di S. Caterina. La foto mostra un momento della cerimonia di intitolazione dell’asilo a Mario Santoro avvenuta il 9 giugno 2018. Nella foto sono presenti da sx a dx il Sindaco del Comune di Fermo Paolo Calcinaro, le due figlie del prof. Santoro, Ginevra e Donatella e il Reggente dello Studio Firmano in carica Andrea Vesprini. L’asilo di estrema modernità sia nella struttura architettonica, sia nella gestione, presenta una struttura in legno e pavimento in linoleum, aule spaziose, giardino interno e impianto fotovoltaico sul tetto.

Foto scattata in occasione della cerimonia di intitolazione dell’asilo a Mario Santoro. Da sx: Sindaco Paolo Calcinaro; le figlie di Mario Santoro, Ginevra e Donatella; il Reggente dello Studio Firmano in carica Andrea Vesprini

Particolare del cortile interno di Palazzo Azzolino

Da Corso Cavour risalendo verso corso Cefalonia, precisamente a sinistra, si distingue da tutti gli altri edifici un palazzo rinascimentale appartenuto per diversi secoli ad una famiglia importante fermana: gli Azzolino.

Attualmente il palazzo ospita diverse realtà tra cui la sede dell’ Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Fermo presieduto dalla dr.ssa Anna Maria Calcagni che è anche membro del Consiglio di Priorato dello Studio Firmano. Un altro elemento lega questo edificio allo Studio Firmano: una delle sorelle del Cardinale Decio Azzolino, Caterina, sposò nella prima metà del XVII secolo Pietro Gigliucci. Pietro e Caterina furono gli antenati degli ultimi eredi Gigliucci – Nerina, Donatello e Bona – che donarono allo Studio Firmano diversi beni librari, archivistici e storico-artistici allo Studio Firmano. Nella collezione Gigliucci dello Studio Firmano si conserva un ritratto della contessa Caterina Azzolino Gigliucci. Il palazzo Azzolino inizialmente era di proprietà della famiglia Rosati che lo fece edificare nel XVI secolo dall’architetto Antonio da Sangallo, mentre solo nel secolo successivo fu acquistato in momenti diversi dalla famiglia Azzolino.

Nel Palazzo visse Caterina Azzolino da nubile e vi morì da vedova Gigliucci. Qui dimorarono il celebre Cardinale Decio Azzolino Junior e tutta la sua famiglia.

Altro luogo cui si lega la storia dello Studio Firmano è l’ospedale Civile di Fermo. Edificato nel 1933, è ubicato a ridosso del centro storico ed è dedicato al medico di fama internazionale Augusto Murri (Fermo 1841- Bologna 1932) rappresentato,  da un busto marmoreo nell’ingresso principale dell’ospedale. Augusto Murri si formò a Firenze e Camerino; si sposò nel 1869 ed ebbe due figli. La sua carriera si sviluppò soprattutto nell’ambiente bolognese infatti nel 1876 fu incaricato dal Ministro della Pubblica Istruzione Bonghi come dirigente della clinica medica dell’ateneo bolognese di cui fu anche Rettore e dove insegnò per molti anni Clinica Medica. Morì a Bologna ma la sua salma fu seppellita presso il cimitero fermano. All’interno dell’ospedale civile, una lapide marmorea reca un’ iscrizione con i nomi dei benefattori che hanno contribuito alla realizzazione dell’edificio: vi figurano i nomi delle contesse Porzia e Valeria Gigliucci. Altra testimonianza della loro attività benefica è la via adiacente all’ospedale a loro dedicata.

Ospedale Civile “A.Murri” di Fermo

Augusto Murri
(Fermo 1841 – Bologna 1932)  

Lapide marmorea in cui figurano i nomi delle benefattrici Contesse Porzia e Valeria Gigliucci collocata all’interno dell’ospedale civile “A. Murri” di Fermo

I LUOGHI DEI GIGLIUCCI

Giovanni Battista Gigliucci (1815-1893)
– Archivio Storico Studio Firmano, Fondo Gigliucci –

Clara Anastasia Novello Gigliucci (1818-1908)
– Archivio Storico Studio Firmano, Fondo Gigliucci –

Colonnato del cortile Gigliucci

Lo Studio Firmano è legato alla famiglia Gigliucci fin dalla sua istituzione. Nel segno dell’amicizia con Mario Santoro, Nerina, Donatello e Bona Gigliucci effettuarono diversi lasciti all’istituto. Il Palazzo nobile Gigliucci negli ultimi decenni è stato oggetto di restauro. Si affaccia su via Brunforte e sorge nei pressi dell’edificio che ospitava il Brefotrofio. Percorrendo via Monteverde, oltrepassando il portone del Brefotrofio, si raggiunge il cortile di questo grande palazzo. Inizialmente questo spazio veniva utilizzato come orto, poi come giardino e grazie ai lavori svolti nel XIX secolo, oggi il cortile si presenta lastricato in cotto, con un colonnato che costituisce il portico il quale termina sul loggiato a due piani da dove è possibile ammirare tutto il paesaggio sottostante, il mare e le montagne. IL palazzo fu la residenza deu Gigliucci per diversi secoli fino all’ultima erede, Bona, la quale morì nel 1982. Qui soggiorno anche la celebre soprano inglese Clara Novello Gigliucci moglie del conte Giambattista Gigliucci, primo senatore del Regno d’Italia.

Veduta del cortile Gigliucci

 

Salendo per via Brunforte, rimanendo in contrada Pila si arriva davanti alla chiesa di San Michele Arcangelo adiacente all’antico palazzo Gigliucci oggi denominato palazzo Vinci. La costruzione della chiesa risale al 1251 col nome di Sant’Angelo in Pila. Nel XVII secolo la chiesa divenne una collegiata e subì diverse modifiche e miglioramenti architettonici nel corso dei secoli successivi. Dopo il terremoto del 2016 che ha colpito il centro Italia la chiesa è stata chiusa e tutt’ora non è possibile ammirare la sua decorazione interna. La facciata della chiesa si mostra su un’ampia scalinata in travertino e il portale in stile romanico-gotico presenta nella cuspide una statua di San Michele. Nella parte superiore del porticato, sopra alla statua di San Michele, è presente uno stemma nobiliare dei Gigliucci riconoscibile dai tre gigli posti su tre cime; infatti la chiesa per secoli fu patronale dei Gigliucci. Qui si sposarono molti Gigliucci tra cui Pietro con Caterina Azzolino. La parete a sinistra della facciata visibile nella foto a fianco è parte del palazzo oggi denominato Vinci: questo palazzo signorile in epoca medievale fu dei Gigliucci e dal XVII secolo passò alla famiglia Vinci. Gli ultimi Gigliucci che vissero in questa dimora furono Pietro e Caterina con il loro figlio Marcantonio. Nei secoli successivi i discendenti Gigliucci non abitarono più in questo palazzo divenuto della famiglia Vinci, ma si spostarono nell’attuale palazzo Gigliucci ( foto 16-17) che nei secoli precedenti al XVII apparteneva alla famiglia Morico.

Facciata della chiesa San Michele Arcangelo

Interno del Teatro dell’Aquila, situato in via Mazzini

Il teatro dell’Aquila è uno dei teatri più importanti delle Marche. Molti sono gli artisti nazionali ed internazionali che nel corso dei secoli hanno calcato il palcoscenico fermano e tra questi la soprano di origini londinesi Clara Novello la quale legò la sua esistenza e il suo talento internazionale alla città di Fermo, sposando il conte Giovanni Battista Gigliucci. Qui la Novello cantò nel 1842 nella Saffo di Giovanni Pacini e in questa occasione rivide il conte Gigliucci, già conosciuto a Bologna. Clara e Giovanni Battista furono i nonni paterni di Nerina, Donatello e Bona e molte loro testimonianze sono presenti nel lascito familiare ora conservato presso lo Studio Firmano.

Il teatro fu edificato su progetto di Cosimo Morelli dal 1780 e venne aperto nel 1790. Nel 1830 dopo un lungo restauro il teatro assunse caratteristiche strutturali tipiche dell’Ottocento. Nel 1997 il teatro è stato riaperto al pubblico dopo diversi anni di chiusura che lo hanno visto protagonista di un importante restauro. Il teatro può attualmente ospitare ottocentosettantatre persone ed è composto da cinque ordini per un totale di 124 palchi ed una platea ampia ed un palcoscenico di 350 mq. Il sipario e il soffitto sono opera di Luigi Cochetti ( XIX secolo) ed un grande lampadario di manifattura francese del 1830 sovrasta tutta la platea.

Ultimo luogo fermano dello Studio Firmano, ma non per questo meno importante è Villa Vinci. È una preziosa villa che sorge sulla sommità della città di Fermo, nel piazzale che ospita la maestosa cattedrale metropolitana: piazzale Girfalco. Attualmente appartiene all’ Ambasciatore Giulio Cesare Vinci Gigliucci,  erede della nobile famiglia e  socio onorario dello Studio. In epoca medievale nello stesso luogo sorgeva la rocca dimora di Francesco Sforza demolita dai fermani nel 1446. Nel corso dei secoli, fin dalla sua costruzione questo edificio ha subito diverse modifiche architettoniche: nel cinquecento fu un monastero dei Cappuccini; dopo l’occupazione napoleonica l’edificio fu acquistato dal conte Francesco Paccaroni che lo trasformò  in villa gentilizia. Su progetto dell’architetto Giambattista Carducci la villa subì numerose modifiche e risale all’opera del noto architetto fermano la realizzazione dell’attuale facciata in stile neoclassico. La villa  fu acquistata alla fine del XIX secolo dal conte Guglielmo Vinci.

Facciata di Villa Vinci vista da Piazzale Girfalco