FONDI ARCHIVISTICI

L’archivio dello Studio Firmano si articola principalmente nei seguenti fondi:

  • L’archivio dello Studio Firmano diviso in “fondo storico” e “fondo corrente
  • Fondo famiglia Gigliucci

 

Archivio dello Studio Firmano

L’archivio dello Studio Firmano, riordinato e inventariato, raccoglie la documentazione dell’attività svolta dall’istituto dalla sua fondazione avvenuta nel 1955 fino ad oggi e ne documenta la sua rilevanza come ente scientifico di ricerca storico-medica e storico scientifica.

Il materiale archivistico è raccolto in 65 buste e comprende una parte “storica” (n. 23 buste) divisa per anni che va al 1954 al 1998 (l’estremo cronologico finale coincide con la data della morte del suo fondatore Prof. Mario Santoro) e una parte “corrente” che va dal 1998 ad oggi.La parte “storica”,(1954-1998) denominata “Carteggio attività scientifica”, raccoglie la documentazione relativa alla organizzazione delle Tornate, alla partecipazione a congressi e convegni, la corrispondenza intercorsa tra lo Studio Firmano e studiosi, accademie universitarie e istituti scientifici dell’epoca.

La parte storica riveste particolare interesse e pregio per la documentazione fornita delle relazioni intercorse tra il fondatore dello Studio Firmano il Prof. Mario Santoro ed i più insigni rappresentanti del mondo scientifico, culturale e storico-medico della seconda metà del XX secolo come Adalberto Pazzini e la scuola romana di storia della medicina, Enrico Coturri e la scuola fiorentina, i direttori di cattedre di prestigiose università italiane, quali quella di Bologna con Busacchi, di Ferrara con Muster, di Firenze con Nardi e Coturri, di Padova con Loris Premuda e straniere quali l’Università di Bonn con il Rettore Steudel, l’Istituto Storico Germanico con il Direttore Hagemann, la Società Internazionale di Storia della Medicina con il Presidente Wickersheimer, con il celebre Mirko Drazen Grmek membro e ricercatore dell’Accademia Jugoslava di Scienze, Lettere e Arti di Zagabria e successivamente fondatore e direttore dell’Istituto di Storia delle Scienze di Zagabria e con molti altri. Tale corrispondenza disegna una pagina inedita ed importante della storia della medicina del Novecento e rappresenta una documentazione di particolare interesse per gli studiosi.

Da tale corrispondenza, come del resto da tutta l’attività di studio e di ricerca dell’istituto documentata dalle carte custodite nell’archivio, si può ricostruire non solo l’evoluzione delle discipline mediche e storico-mediche del periodo, ma anche la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio fermano e dei rapporti che lo hanno legato al mondo scientifico e culturale italiano ed internazionale dell’epoca.

L’archivio inoltre raccoglie in 7 buste materiale fotografico, registrazioni audio su cassetta, documentazione varia su cd-rom, raccolta di immagini su cliches, raccolta di immagini su lastra fotografica pertinenti l’attività svolta e in 6 buste una pregevole raccolta di stampe pubblicitarie di prodotti farmaceutici.

La parte “corrente”che va dal 1999 ai giorni nostri, è ordinata secondo serie individuate in Atto costitutivo e statuti, Verbali di assemblea, Verbali del Consiglio di Priorato, Protocolli, Carteggio, Soci, Atti contabili, Produzione scientifica attuale dello Studio Firmano, Pubblicazioni a cura dello Studio Firmano, Raccolta degli scritti di Mario Santoro e raccoglie la documentazione della attività attuale non solo scientifica ma anche organizzativa e amministrativa dello Studio.

Fondo famiglia Gigliucci

Il fondo archivistico della famiglia Gigliucci è stato inventariato ed è in fase di riordinamento. Il Fondo archivistico è stato donato allo Studio Firmano dagli ultimi eredi della famiglia Gigliucci quali Bona, Donatello e Nerina legati da un rapporto di stima ed amicizia con il Prof. Mario Santoro. Il lascito documentario è avvenuto a più riprese contemporaneamente a quello del fondo librario e degli altri beni di carattere museale che oggi compongono la collezione Gigliucci.

Il fondo documenta aspetti biografici in particolare degli ultimi eredi della nobile famiglia Gigliucci – Nerina, Donatello e Bona- e cronologicamente fa riferimento ai  secoli XIX-XX.

Tra gli antichi membri della famiglia Gigliucci documentati dal fondo dell’archivio, figurano il conte Giovanni Battista(1815-1893) di Fermo e la celebre soprano di origini londinesi Clara Anastasia Novello (1818-1908), vissuti tra Fermo, Firenze e Roma. L’occasione di incontro tra il conte fermano e la celebre cantante, fu la rappresentazione dello Stabat Mater di Rossini nel 1842 presso l’Archiginnasio di Bologna in cui Clara si esibì sotto la direzione orchestrale di Donizetti. Il conte Gigliucci ebbe quindi occasione di sentirla cantare e quindi di scritturarla per il Teatro dell’Aquila di Fermo. Difatti in quello stesso anno Clara si esibì presso il Teatro fermano nella Saffo di Pacini. Clara e Giambattista si sposarono a Londra l’anno seguente.

Giovanni Battista fin da giovane intraprese la carriera politica presso la città di Fermo. Esiliato per ragioni politiche con la sua famiglia a Nizza tra il 1849 e il 1861, fu eletto parlamentare della VIII Legislatura del Regno d’Italia con incarico di segretario dell’Ufficio di Presidenza dal 18 febbraio 1861 al 7 settembre 1865; nel 1861 sottoscrisse il verbale della proclamazione del Regno d’Italia.Dal 1889 divenne Senatore del Regno fino alla sua morte avvenuta il 29 marzo 1893. Clara Novello che aveva interrotto subito dopo il matrimonio la carriera di soprano per dedicarsi alla famiglia, tornò a calcare le scene per aiutare il marito costretto all’esilio a Nizza tra il 1849 e il 1861 con la famiglia; dopo l’ Unità d’Italia Giovanni Battista, cessato l’esilio, Clara smise definitivamente di cantare in pubblico. Nel corso della sua carriera la celebre soprano si esibì in diversi paesi europei come la Germania, la Spagna, il Portogallo e la Russia.

Mario Gigliucci (1847-1937) – fratello di Giovanni (1844-1906), Porzia (1845-1938) e Valeria (1849-1945) – ingegnere appassionato di arte, sposò l’inglese Edith Margaret Mozley. Dopo un breve soggiorno a Londra, lavorò come ingegnere alle miniere del Gignese risiedendo nella villa sulla Rive del Garda. Mario che era stato un garibaldino durante i moti del 1966, partecipò anche alla Grande Guerra.

Giovanni, fratello di Mario, da celibe intraprese la carriera militare diventando Ufficiale di Fanteria. Si sposò nel 1870 con Charlotte Sophia Mozley, sorella di Edith ed ebbe una figlia che chiamò Beatrice. Giovanni nel 1866 prese l’aspettativa miliare per lavorare con lo zio Alfred Novello -fratello della madre Clara- presso la “Magona d’Italia” a Piombino.

I Fratelli Mario e Giovanni con le proprie famiglie si trasferirono a Firenze tra il 1879 e il 1880 in case differenti.

Nel 1892 Mario e la propria famiglia si trasferirono nella “Casa Rossa” che egli stesso progettò e fece costruire in Piazza Savonarola a Firenze dopo aver cambiato ben quattro abitazioni fiorentine. Durante la vita fiorentina Mario si dedicò all’ arte figurativa dando vita ad un proprio atelier e conoscendo vari artisti suoi contemporanei. Dal 1900 ricoprì il ruolo di consigliere poi di Presidente della “Magona d’Italia a Piombino.

Le sorelle di Mario Gigliucci, Porzia e Valeria, vissero da nubili tra Fermo e Firenze: i loro nomi figurano nell’elenco dei benefattori che si legge sulla lapide marmorea presente all’interno dell’ospedale civile “A.Murri” di Fermo. Alle sorelle Valeria e Porzia Gigliucci è anche dedicata la via che attualmente conduce all’adiacente Poliambulatorio.

Nerina, Donatello e Bona, i tre figli di Mario Gigliucci vissero tra Fermo e Firenze e furono, insieme alla cugina Beatrice, gli ultimi discendenti della famiglia Gigliucci, tra le più antiche delle nobili famiglie fermane. Bona, la minore dei figli di Mario Gigliucci e l’ultima discendente morì a Firenze all’età di 97 anni nel 1982 presso la “Casa Rossa”, dimora familiare che lasciò alla Syracuse University. Artista e letterata, fu crocerossina durante la Grande Guerra, impegnata nel volontariato e nella filantropia, fu promotrice di opere di beneficenza a favore dell’ospedale civile di Fermo.

Donatello (1883-1975) sposato con Dorothea Frances Carey, non ebbe eredi. Durante la Grande Guerra fu ufficiale degli alpini. Quando rimase vedovo si trasferì nella Casa Rossa con la sorella Bona.

Nerina (1878-1963) la maggiore dei tre figli di Mario Gigliucci, si sposò con Gian Angelo Medici di Marigliano nel 1920 dopo aver partecipato attivamente alla Grande Guerra come infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana. Amante del teatro e della letteratura è autrice di diverse opere a stampa, molte delle quali di carattere biografico relative alle infermiere volontarie della Croce Rossa Fiorentina durante la Grande Guerra, di cui è considerata la biografa.

Nel fondo i documenti sono suddivisi in buste, faldoni, e cartelle e la cronologia di massima dei documenti va dal 1812 al 2009. Il fondo conserva documenti manoscritti, dattiloscritti e a stampa di diversa tipologia: fotografie, lettere, disegni e documenti vari. I temi che emergono principalmente in questa documentazione riguardano i componenti della famiglia, i beni di famiglia, la Grande Guerra, la Croce Rossa Italiana e la musica. L’ultima erede della famiglia, Bona, morì nel 1982 e tutta la documentazione con datazione posteriore alla sua scomparsa è il frutto di ricerche e sistemazioni varie avvenute per mano del dr. Alfredo Serrani durante la sua reggenza dell’Istituto. Le carte aggiunte dal dr. Serrani sono manoscritte, fotocopie in bianco e nero e a colori e stampe di ricerche da siti web.

Lo Studio Firmano collabora con l’Archivio di Stato di Fermo presso cui è conservata altra parte del fondo della famiglia Gigliucci. Esempi di questa collaborazione per la valorizzazione congiunta del fondo Gigliucci e per la storia della famiglia sono gli eventi promossi dall’Archivio di Stato di Fermo in occasione di   Archivissima 2020 dedicata alle Figure Femminili della Famiglia Gigliucci.

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Lettera dattiloscritta con firma originale datata 10.07.1958 di M. D. Grmek destinata a Mario Santoro – Archivio storico Studio Firmano – (clccare per ingrandire)

Pubblicità Il Proton, torna utile alla mamma e al bambino, 1910/20 – Archivio Storico Studio Firmano, Fondo stampe e disegni –

Bona Gigliucci in visita all’ospedale civile “A. Murri” di Fermo
– Archivio Storico Studio Firmano, Fondo Gigliucci –

Libretto dell’opera Saffo di Donizetti eseguita presso il Teatro dell’Aquila di Fermo nel 1842 – Archivio Storico Studio Firmano, Fondo Gigliucci –

Mario Gigliucci con le figlie Nerina e Bona, 1922
– Archivio Storico Studio Firmano, Fondo Gigliucci –

Fronte della cartolina postale di Porzia Gigliucci indirizzata al nipote Donatello Gigliucci in servizio durante la Grande Guerra datata 24 novembre 1918 – Archivio Storico Studio Firmano, Fondo Gigliucci –